lunedì 1 marzo 2010

La costola di Adamo

La costola di Adamo

Dopo secoli di battaglie culturali per affermare e riconoscere pari dignità e uguaglianza tra le donne e gli uomini, arriva un contrordine e un’esortazione a riconoscere, piuttosto, le differenze. Hub - stelle del pensiero è un’associazione che ha la capacità di cogliere i temi più sensibili e di svilupparli in modi niente affatto scontati: e così domani (al caffè Letterario di via Ostiense, a Roma, alle 18.30) invita la giornalista scientifica Elisa Manacorda a parlare di qualcosa di cui sentiremo presto parlare molto, la medicina di genere.

Il fatto è che gli uomini e le donne – o meglio, i maschi e le femmine – non sono affatto uguali davanti alle malattie e almeno al modo di affrontarle. Quello che invece succede è che le donne siano state considerate dalla farmacologia semplicemente come dei piccoli uomini e che le sperimentazioni sui farmaci siano state eseguite in stragrande maggioranza su campioni maschili che però, al di là delle evidenti differenze morfologiche, risultano essere assai diversi anche nel profondo. Detto in altre parole, uomini e donne si ammalano in modo diverso, cosicché diverse devono essere sia le medicine sia le terapie.

C’è un sito, aperto da poco, dedicato alla questione; c’è, a Sassari, il primo master italiano proprio in medicina di genere e c’è una manciata di esperti che da pionieri si occupano della questione e che hanno individuato qual è la ragione che ha impedito una doppia sperimentazione di medicinali, distinta per genere: i costi, ovviamente. E allora meglio testare i farmaci sul sesso forte. In fondo, la donna non è mica nata da una costola di Adamo?
da: http://sasso.blogautore.repubblica.it/

Nessun commento: